Più risorse per i rinnovi contrattuali e stop alla penalizzazione dei lavoratori dei settori pubblici.
Sono tra le priorità emerse nell’incontro di venerdì 3 marzo con il ministro Zangrillo.
Buona la disponibilità ma scarsi i risultati – hanno fatto sapere i Sindacati.
Il primo punto di cui si è discusso è stato l’impoverimento dei lavoratori a causa dell’inflazione e del blocco dei salari.
” Sappiamo – dicono i Sindacati – che il problema riguarda l’intero mondo del lavoro. Ma per i dipendenti pubblici la situazione è più grave perché i finanziamenti per i rinnovi contrattuali dipendono dalle scelte del governo quando presenta la legge di bilancio. L’inflazione viaggia ormai a un più 10 per cento e questo significa che il potere d’acquisto delle retribuzioni dei dipendenti pubblici è sopraffatto dall’aumento del costo della vita”.
Molti docenti non riescono a far quadrare i conti a fine mese e questo richiede interventi concreti.
Il ministro Zangrillo ha sempre avuto parole positive per i lavoratori pubblici.
” Ma se alle parole non seguono i fatti – sottolineano i Sindacati – o ci prende in giro, e questo non lo crediamo, oppure è stato insediato a Palazzo Vidoni perché altri possano decidere per lui, essendo innanzitutto un manager”.
Il CCNL è scaduto da più di un anno, quando l’inflazione su base annua era calcolata al 3,9%.
” Chiediamo innanzitutto che si si ritorni a parlare di livelli retributivi di formazione, di precariato, di cambiare regole assurde come i ritardi sul TFR o la tassa sulle malattie. Tra qualche settimana il governo presenterà il Documento di Economia e Finanza. Abbiamo chiesto al ministro dei chiari segnali di inversione di tendenza. A cominciare dalla previsione di spesa relativa ai finanziamenti per i rinnovi contrattuali 2022-2024” .
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