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Istat, il crollo del potere d’acquisto: salari reali giù del 10,5% in 5 anni.E l’80% dei nuovi occupati è over 50

La fotografia della situazione attuale in Italia, a giudicare dal Rapporto Annuale 2025 dell’Istat è tutt’altro che rosea. I salari reali hanno perso il 10,5% del potere d’acquisto, tra il 2019 e il 2024, a causa della forte crescita dei prezzi.

La perdita del potere d’acquisto a fine 2022 ha raggiunto il 15% poi è scesa, toccando a febbraio l’8,7%. Ma è risalita al 10% a marzo 2025. Guardando al reddito reale da lavoro per occupato il rapporto evidenzia che nel 2024 «è più elevato rispetto al 2014, anno di minimo dopo la grande recessione degli anni precedenti, ma più basso del 7,3% rispetto al 2004 (-5,8% per i dipendenti) per la perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione con riduzioni per tutte le classi di età».

I posti di lavoro continuano ad aumentare, arrivando a 23,9 milioni di occupati a fine 2024. Ma 8 nuovi occupati su 10 sono over 50 (+285 mila, +3%).

E al Sud?  Nonostante il Mezzogiorno registri il maggior incremento di occupati (+2,2%), la distanza dal Nord rimane elevata, anche se in calo (rispettivamente 49,3% contro 69,7%, oltre 20 punti in meno). L’aumento degli occupati riguarda solo i più istruiti: nel 2024 crescono solo gli occupati con diploma (+2,2%) o laurea (+3,7%), mentre calano quelli con al massimo la licenza media (-1,8%). Il tasso di occupazione raggiunge l’82,2% tra i laureati e scende al 45,1 per i meno istruiti.

Rischio povertà

Dal rapporto emerge anche che quasi un quarto della popolazione, il 23,1%, è a rischio povertà o esclusione sociale (+0,3 punti sul 2023).

Al Sud il dato sale al 39,8%. L’indicatore riguarda le persone che hanno almeno un fattore di rischio tra la povertà (un reddito inferiore al 60% di quello mediano), la grave deprivazione materiale e la bassa intensità di lavoro

Infine, il rapporto Istat ci dice che in 10 anni abbiamo perso quasi 100 mila giovani laureati.

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